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SANTUARIO DEL VOLTO SANTO
Poco fuori dal centro storico di Manoppello si trova la chiesa del Volto Santo, appartenente all’ordine dei Cappuccini, che ospita una delle più note e importanti reliquie del mondo cristiano. Nel tabernacolo dell’altare maggiore è esposto infatti il Volto Santo, ritenuto da molti l’autentico velo col quale la Veronica coprì il volto di Gesù deposto dalla croce . La preziosa reliquia è costituita da un velo trasparente, sul quale sono impresse delle macchie di sangue ed i connotati di un volto maschile con occhi aperti e bocca anch’essa semiaperta.
Secondo gli studi recenti e minuziosi del prof. Heinrich Pfeiffer, questa reliquia è da considerare la vera immagine di Cristo e costituirebbe, assieme alla Sindone di Torino, l’unico esempio conosciuto di “acheropita”, ovvero di oggetto non fatto da mani umane. A tale conclusione si è giunti dall’analisi meticolosa del velo che non ha riscontrato tracce di pittura, sia dalla sovrapposizione dell’effigie del Volto Santo con la Sindone ma anche con le più significative icone e copie della Veronica. Se però nella Sindone il Cristo ha gli occhi chiusi, essendo morto, il Volto Santo di Manoppello raffigura Cristo con gli occhi aperti, e in questo Pfeiffer vede appunto l’immagine del Cristo “redivivo”. Avvincente la storia della sua presenza a Manoppello: la reliquia, collocata all’origine nell’altare della Veronica in S. Pietro a Roma in occasione dell’Anno Santo del 1350 dovette essere trafugata nel 1608 e portata segretamente a Manoppello. Ma l’antefatto di questo furto è raccontato in un manoscritto del 1646, dove si narra che a Manoppello un pellegrino si sarebbe avvicinato nel 1506 ad un certo Giacomantonio Leonelli, consegnandogli un plico con preghiera di trattarlo con cura. Anni più tardi una discendente del Leonelli, Marzia, vedendosi negato il diritto ereditario sull’icona, avrebbe indotto il marito, l’uomo d’armi Pancratio Petrucci, a trafugarla nel 1608.
È qui che il racconto da leggenda si muta in storia: tutto viene riferito in modo credibile, perfino la vicenda legale che porta il notaio De Fabritiis prima ad acquisire da Marzia l’immagine sacra nel 1618, e poi a donarla ai Cappuccini nel 1638: è apparso tuttavia evidente come la prima parte del resoconto vada ritenuta falsa, non potendo il Volto Santo stare già da cent’anni a Manoppello. Insomma, viene da pensare che il manoscritto ebbe la funzione di costruire un alibi, tale da giustificare il legittimo possesso della reliquia da parte dei Padri Cappuccini.