Pescara Damare: Sognando la città
La Icaro Sas é stata invitata dalla Regione Abruzzo a presentare la propria start-up aziendale all’EXPO 2015. Domenica 31 maggio 2015.
S.A.L.E. (Sviluppo, Ambiente, Lavoro ed Etica) : il caso del mobile in Abruzzo.
Il comparto del legno, del mobile ed dell’arredamento del teramano costituisce nella nostra regione un grande realtà produttiva ed industriale per numero di aziende, tipologia di prodotti, numero di addetti e fatturato. La recente nascita del “Polo d’Innovazione Arredo Legno Mobile” (PALM) costituisce un’ulteriore enorme opportunità in termini di sviluppo e lavoro.
Ulteriori consolidate competenze nel settore esistono nelle Facoltà di Architettura di Pescara ed Ingegneria dell’Aquila nei settori del design, dei materiali, della sostenibilità e dell’ambiente. Le potenzialità quindi del PALM sono enormi in termini di sviluppo, economia e possibile modello a patto che tutti i soggetti, pubblici e privati, siano in grado di raccogliere la sfida attraverso una piena cooperazione e condivisione di obiettivi, competenze e risorse.
Ulteriori elementi in grado di dare valore aggiunto al PALM, in termini di idee ed innovazione, potrebbero derivare dal contributo dei giovani attraverso una formazione specialistica, l’istituzione di tesi di laurea e di borse di studio, l’attivazione di dottorati di ricerca, l’istituzione di premi di laurea e concorsi.
In termini ambientali sarebbe interessante pensare e sviluppare un modello innovativo regionale in grado di trarre e dedicare risorse economiche per il territorio senza penalizzare, ma al contrario incentivando un corretto e forte sviluppo industriale, con la creazione da un lato di un parco boschivo delle “biorisorse” e, dall’altro, di una piattaforma ambientale per lo smaltimento ed il riuso degli scarti e dei rifiuti industriali.
Quando si pensa alle “biorisorse” si ragiona, in termini di creazione ed investimenti, a lungo termine, alla realizzazione di un “patrimonio boschivo permanente”, con la messa a dimora annuale ciclica di nuove piante, in grado di fornire essenze legnose rare, pregiate o d’interesse PALM. In un progetto più ampio e condiviso con gli Enti locali (Regione, Comunità Montane, Enti Parco) sarebbe possibile programmare le aree dedicate da destinare alla coltivazione, il tipo di essenze legnose, gli sfruttamenti economici intermedi con la raccolta e commercializzazione di frutti (castagne, noci, mandorle, ciliegie, nocciole, etc.) o di legname. Cura e difesa del territorio, mitigazione dei rischi naturali, attività boschiva ed antincendio, nuove attività produttive potrebbero costituire un importante indotto. ” A questo punto perché non concordare o chiedere sgravi fiscali o sconti sulla “carbon tax” come produttori di ossigeno?”.
La piena sostenibilità del comparto produttivo mobiliero potrebbe ottenersi con la realizzazione, nell’insediamento industriale teramano, di un centro ambientale (“la piattaforma”) in grado di ridurre al minimo gli scarti industriali e di sperimentare nuove ed innovative forme di riuso.
In definitiva una filiera, dall’ambiente all’industria e dall’industria all’ambiente, in grado di creare e garantire una qualità ed una eco-certificazione tutta abruzzese.
Quella del PALM sembra quindi un’opportunità economica unica e irripetibile ed un modello da esportare in termini di sostenibilità e salvaguardia del territorio. Un modello di sviluppo “ fortemente etico” in grado non solo di rispettare e salvaguardare pienamente il territorio, ma anzi, in grado di costruire un’enorme oasi verde boschiva nella quale vivere e lavorare.
<
Turismo spirituale come progetto scientifico
di Raimondo Quaresima
Ritrovare se stessi su antichi percorsi della nostra regione o in luoghi unici.
Una necessità comune a molti di noi in questi tempi…. per fuggire da tutto e da tutti, alla ricerca di una pace interiore e tante volte di una forza per affrontare il quotidiano.
Se a questo si aggiunge che molti di questi luoghi, spesso completamente immersi nella natura, sono ricchi di arte, cultura, storia ed allo stesso tempo di spiritualità si comprende facilmente come la loro numerosità e ricchezza possa costituire una grande occasione di sviluppo locale e regionale.
Luoghi legati al volto santo di Gesù (Manopello), al miracolo eucaristico (Lanciano), a Celestino V, papa abruzzese, con la basilica di Collemaggio, le abbazie e gli eremi sulmonesi e della Majella, alla preghiera ed al raccoglimento di San Giovanni Paolo II nella chiesa di San Pietro della Jenca, a San Gabriele ed al suo santuario, ma tanto altro ancora (sorgente miracolosa di monte San Franco, la scala Santa a Campli), che meritano una visita indipendentemente dalla propria fede e religiosità.
Luoghi diffusi su tutto il territorio regionale, spesso molto vicino a noi.
Diverse e molteplici sono le ragioni della loro scarsa conoscenza o abbandono: insufficiente strategia di itinerari e percorsi locali, mancanza di una informazione su scala locale e nazionale che utilizzi anche mezzi attuali come la rete web o gli smartphone , scarsezza di reti turistiche locali e di informazioni esaurienti.
Un interesse focalizzato, infine, probabilmente soprattutto sull’aspetto artistico architettonico delle opere d’ arte e meno sulla spiritualità dei personaggi religiosi o dei luoghi, unitamente ad una scarsa e consistente domanda.
Come uscire quindi da questo isolamento e farne una ricchezza territoriale di turismo religioso o meglio ancora spirituale? Probabilmente con un progetto che parta dai seguenti punti chiave quali:
Un progetto impostato, quindi, in modo scientifico che coinvolgendo in un primo momento di incontro tutti i principali protagonisti ed operatori, religiosi, pubblici e privati, intorno ad un tavolo faccia il punto della situazione attuale, delle iniziative finanziate e delle ricadute affinché si possano gettare le basi per un progetto regionale di ampio respiro.
Nel frattempo??? Un invito a tutti a visitare almeno uno dei luoghi menzionati alla ricerca, del silenzio o, se proprio volete, del rumore dei propri passi accompagnato, a seconda della stagione che sceglierete, da quello delle foglie secche o della neve che scricchiola.
<
La situazione del credito in Abruzzo.
Dopo anni in cui la politica ha “gestito”, soprattutto con l’Istituto delle Fondazioni Bancarie, il credito in Abruzzo, allo stato attuale stiamo vivendo la lenta agonia delle strutture locali che gradualmente perdono autonomia gestionale ed il ruolo di supporto all’economia abruzzese.
Il tutto considerando che le fondazioni avevano il ruolo di traghettare il passaggio da banche come enti pubblici ad aziende private e che, come usualmente accade nel nostro Paese, tale passaggio è durato per oltre 30 anni determinando politiche del credito non legate al territorio ma ai poteri forti delle classe politiche via via succedutesi nel tempo.
Nel contempo i processi evolutivi del sistema creditizio europeo ed internazionale con l’applicazione del sistema di Basilea (tarato sulla struttura della banche e dell’economia dei paesi come Francia e Germania, completamente diverso dal modello italiano) ha giocato un ruolo di “acceleratore” delle problematiche del ruolo delle banche locali nel rapporto con il sistema produttivo e sociale della Regione.
E’ evidente che la partecipazione(ed in alcuni casi il governo), nelle principali strutture creditizie della regione, di capitale di banche ubicate in altre zone d’Italia, spesso determina politiche differenti di raccolta ed impieghi con utilizzo dei soldi degli abruzzesi per sostenere credito in altre regioni.
Siamo oramai di fronte ad un bivio. Continuare a far finta di niente affidando alla coscienza di chi lavora nelle filiale della banche abruzzesi di diventare sostenitore del territorio (magari in contrasto con le politiche direzionali dell’Istituto per cui lavora) o lavorare ad una sinergia, in primis tra gli imprenditori di maggior valore della ns. regione, che permetta la creazione di una vera banca regionale.
Con 2 elementi di differenza rispetto a quanto è accaduto negli anni precedenti.
Il primo legato alla necessità che la politica non entri nella gestione creditizia della nuova struttura al fine di evitare anomalie operative. E’ necessario che il territorio venga finanziato ma secondo criteri oggettivi di merito e non secondo rapporti che esulano da qualsivoglia elemento di valutazione.
Il secondo che a fianco di tale banca regionale vi sia il supporto del governo regionale, dei consorzi fidi e di tutte le strutture che possano apportare strumenti per permettere un miglioramento dei rapporti banca/cliente. Faccio un esempio in tal senso. La Regione Marche, d’accordo con i 2 principali consorzi fidi operanti su quel territorio e d’accordo con alcuni Istituti bancari, ha adottato un intervento di sostegno all’economia permettendo di ottenere una garanzia del 20% per tutte le operazioni di mutuo accese da clientela retail con redditi sostenibili ma che non hanno risparmi pari al 20% del prezzo di vendita. Di fatto agevolando sia l’accesso ai mutui ipotecari sia sbloccando cantieri completamente abbandonati per mancanza di vendite.
Un’ultima considerazione. Il fattore tempo. E’ tempo di fare ora e per evitare di dire dopo che non c’è più tempo…..
Relativamente al credito alle inprese si rende necessario prevedere una forma di smobilizzo dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione a tal fine appare ridicolo che la bozza di accordo tra Governo e associazione bancaria italiana non sia di fatto mai stato operativo. In questo senso una banca regionale avrebbe la forza, d’accordo con il governo locale, di determinare importanti
flussi di cassa semplicemente permettendo l’effettivo anticipo di quanto di spettanza delle imprese. Forme di smobilizzo con scadenza a 12 mesi a fronte di certificazioni degli enti pubblici con la formula del silenzio assenso di 60 giorni.
Per le famiglie conti a pacchetto con costi decrescenti in proporzione ai prodotti banca acquisiti e convenzioni aziendali per apertura cc ai dipendenti a carico dell’azienda azzerando il costo dei bonifici degli emolumenti mensili. Piccole idee o semplicemente spunti che però possono essere migliorati
sperimentati e poi completamente rinnovati laddove l’interlocutore sia una banca regionale effettivamente radicata sul territorio.
UN PIZZICO DI S.AL.E. “ L” COME LEGALITA’
La LEGALITA’ al giorno d’oggi è tema assai dibattuto e controverso, sia in termini di interpretazione, sia in termini di sensazione. E percezione epidermica che si viva in un epoca di diffusa illegalità, nei comportamenti della casta ed in quello che vi ruota intorno, ma anche nelle quotidiane vite dei cittadini. Negli ultimi anni infatti, una marcata perdita di valori e punti di riferimento nella famiglia e nelle istituzioni, hanno permesso comportamenti a dir poco “spregiudicati” e delinquenziali, al grido “ormai tutto è lecito, si può far tutto!!” Tale è la sensazione che si sta diffondendo, come una pianta maligna, suffragata dall’interpretazione della norma, dalla incertezza della pena, dalle dinamiche procedurali che unite alle abilità dei principi del foro (per coloro che possono permetterseli) ed alle lungaggini e le lentezze della macchina Giustizia, spesso favoriscono chi delinque a scapito, di colui che subito il torto non riesce a trovare giustizia. Una legalità che vede differenti trattamenti, con una giustizia ad orologeria usata come strumento di “pressione”, non sempre in grado di dimostrare la veridicità di fatti ed accadimenti, incapace di verità. Ma la legalità è anche tema strettamente connesso con lo sviluppo dei territori, che vedono la nostra nazione incapace di attrarre investimenti per la mancanza di tutele verso coloro che vogliono impegnare risorse ma che pretendono, certezza nelle regole, rispetto dei contratti, libertà nelle scelte strategiche e di sviluppo. La rete e la comunicazione stanno mutando i comportamenti di molti, ma ancora molto deve essere fatto anche in termini di trasparenza della pubblica amministrazione, e la legalità deve tornare ad essere visto come un bene comune da tutelare, in cui credere, un bene che non si impone dall’alto, che non ha colore, né fazione di appartenenza, ma che parte dai comportamenti di ognuno e che va nutrita e rispettata quotidianamente, affinché la “Legge” sia realmente “uguale per tutti”.