“L” come Legalità

UN PIZZICO DI S.AL.E.      “ L” COME LEGALITA’

 

La LEGALITA’ al giorno d’oggi è tema assai dibattuto e controverso, sia in termini di interpretazione, sia in termini di sensazione. E percezione epidermica che si viva in un epoca di diffusa illegalità, nei comportamenti della casta ed in quello che vi ruota intorno, ma anche nelle quotidiane vite dei cittadini. Negli ultimi anni infatti, una marcata perdita di valori e punti di riferimento nella famiglia e nelle istituzioni, hanno permesso comportamenti a dir poco “spregiudicati” e delinquenziali, al grido “ormai tutto è lecito, si può far tutto!!” Tale è la sensazione che si sta diffondendo, come una pianta maligna, suffragata dall’interpretazione della norma, dalla incertezza della pena, dalle dinamiche procedurali che unite alle abilità dei principi del foro (per coloro che possono permetterseli) ed alle lungaggini e le lentezze della macchina Giustizia, spesso favoriscono chi delinque a scapito, di colui che subito il torto non riesce a trovare giustizia. Una legalità che vede differenti trattamenti, con una giustizia ad orologeria usata come strumento di “pressione”, non sempre in grado di dimostrare la veridicità di fatti ed accadimenti, incapace di verità. Ma la legalità è anche tema strettamente connesso con lo sviluppo dei territori, che vedono la nostra nazione incapace di attrarre investimenti per la mancanza di tutele verso coloro che vogliono impegnare risorse ma che pretendono, certezza nelle regole, rispetto dei contratti, libertà nelle scelte strategiche e di sviluppo. La rete e la comunicazione stanno mutando i comportamenti di molti, ma ancora molto deve essere fatto anche in termini di trasparenza della pubblica amministrazione, e la legalità deve tornare ad essere visto come un bene comune da tutelare, in cui credere, un bene che non si impone dall’alto, che non ha colore, né fazione di appartenenza, ma che parte dai comportamenti di ognuno e che va nutrita e rispettata quotidianamente, affinché la “Legge” sia realmente “uguale per tutti”.

“E” come “Espressione”

UN PIZZICO DI SALE

SAL……E COME “ESPRESSIONE”

 

Dal latino “expressio”-“Spremere” significato concreto di “far uscire qualcosa “ di far emergere, sgorgare segni, suoni, forme, numeri, pensieri, dal nostro io profondo per comunicarli a chi ci sta intorno. Il linguaggio è stato la prima leva dello sviluppo delle civiltà, e non c’è dubbio che, mai come oggi siamo immersi nella civiltà della comunicazione, come già nel ’76 con il cult movie “Quinto Potere” si preconizzava. Mai film fu più profetico. L’informazione e la sua attuale spettacolarizzazione possono tutto, costruire, distruggere, far decollare carriere, precipitare stelle di prima grandezza. Ma è veramente solo dovuto a chi scrive, alla bravura del giornalista o alla buona stella del direttore della testata, oppure a cosa si ha da dire??? Siamo in piena bagarre elettorale e tutti cercano di accaparrarsi uno spazio, un momento di visibilità, un posto al sole a “Ballarò” o nel salotto di “Porta a Porta” dove esprimere se stessi, spesso solo fare vetrina, senza premesse, senza prospettive ideali o ideologiche, senza profondità di pensiero, con linguaggi talvolta suadenti, talora aggressivi, spesso faziosi e inconcludenti, certamente vuoti di contenuti, di visione, di idee, di prospettiva. Tutti attenti solo a come aumentare lo share. Ma siamo sicuri che lo share è la stessa cosa del gradimento, della condivisione da parte di chi ascolta?? Comunicare è complesso, necessita di conoscenza del linguaggio, ma soprattutto necessita di contenuti, di approfondimento dei temi, del dialogo e non del monologo o della rissa, necessita di idee da esprimere, e soprattutto della credibilità di colui che li esprime. Progetti chiari, modelli percorribili, valori di riferimento, e non biechi interessi personali e di bottega, cose su cui si possa essere riconosciuti e giudicati a termine di mandato, espressione di qualcosa di nobile come è nobile la Politica con la “P” maiuscola che guardi al bene comune, che parli dei problemi della gente e delle soluzioni, per dialogare dei problemi di molti e non si occupi degli interessi di pochi, che sappia incidere positivamente nella società, che non pensi sollo all’oggi ma che affronti problemi e dinamiche di medio e lungo periodo, una Politica che abbia un linguaggio che dia nuovo slancio a uomini e donne che vogliono ripartire e guardare al futuro con fiducia. Basta con queste frasi trite e ritrite, parole vuote, espressioni superficiali capaci di scivolare via come gocce di pioggia su di un vetro.