La situazione del credito in Abruzzo.
Dopo anni in cui la politica ha “gestito”, soprattutto con l’Istituto delle Fondazioni Bancarie, il credito in Abruzzo, allo stato attuale stiamo vivendo la lenta agonia delle strutture locali che gradualmente perdono autonomia gestionale ed il ruolo di supporto all’economia abruzzese.
Il tutto considerando che le fondazioni avevano il ruolo di traghettare il passaggio da banche come enti pubblici ad aziende private e che, come usualmente accade nel nostro Paese, tale passaggio è durato per oltre 30 anni determinando politiche del credito non legate al territorio ma ai poteri forti delle classe politiche via via succedutesi nel tempo.
Nel contempo i processi evolutivi del sistema creditizio europeo ed internazionale con l’applicazione del sistema di Basilea (tarato sulla struttura della banche e dell’economia dei paesi come Francia e Germania, completamente diverso dal modello italiano) ha giocato un ruolo di “acceleratore” delle problematiche del ruolo delle banche locali nel rapporto con il sistema produttivo e sociale della Regione.
E’ evidente che la partecipazione(ed in alcuni casi il governo), nelle principali strutture creditizie della regione, di capitale di banche ubicate in altre zone d’Italia, spesso determina politiche differenti di raccolta ed impieghi con utilizzo dei soldi degli abruzzesi per sostenere credito in altre regioni.
Siamo oramai di fronte ad un bivio. Continuare a far finta di niente affidando alla coscienza di chi lavora nelle filiale della banche abruzzesi di diventare sostenitore del territorio (magari in contrasto con le politiche direzionali dell’Istituto per cui lavora) o lavorare ad una sinergia, in primis tra gli imprenditori di maggior valore della ns. regione, che permetta la creazione di una vera banca regionale.
Con 2 elementi di differenza rispetto a quanto è accaduto negli anni precedenti.
Il primo legato alla necessità che la politica non entri nella gestione creditizia della nuova struttura al fine di evitare anomalie operative. E’ necessario che il territorio venga finanziato ma secondo criteri oggettivi di merito e non secondo rapporti che esulano da qualsivoglia elemento di valutazione.
Il secondo che a fianco di tale banca regionale vi sia il supporto del governo regionale, dei consorzi fidi e di tutte le strutture che possano apportare strumenti per permettere un miglioramento dei rapporti banca/cliente. Faccio un esempio in tal senso. La Regione Marche, d’accordo con i 2 principali consorzi fidi operanti su quel territorio e d’accordo con alcuni Istituti bancari, ha adottato un intervento di sostegno all’economia permettendo di ottenere una garanzia del 20% per tutte le operazioni di mutuo accese da clientela retail con redditi sostenibili ma che non hanno risparmi pari al 20% del prezzo di vendita. Di fatto agevolando sia l’accesso ai mutui ipotecari sia sbloccando cantieri completamente abbandonati per mancanza di vendite.
Un’ultima considerazione. Il fattore tempo. E’ tempo di fare ora e per evitare di dire dopo che non c’è più tempo…..
Relativamente al credito alle inprese si rende necessario prevedere una forma di smobilizzo dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione a tal fine appare ridicolo che la bozza di accordo tra Governo e associazione bancaria italiana non sia di fatto mai stato operativo. In questo senso una banca regionale avrebbe la forza, d’accordo con il governo locale, di determinare importanti
flussi di cassa semplicemente permettendo l’effettivo anticipo di quanto di spettanza delle imprese. Forme di smobilizzo con scadenza a 12 mesi a fronte di certificazioni degli enti pubblici con la formula del silenzio assenso di 60 giorni.
Per le famiglie conti a pacchetto con costi decrescenti in proporzione ai prodotti banca acquisiti e convenzioni aziendali per apertura cc ai dipendenti a carico dell’azienda azzerando il costo dei bonifici degli emolumenti mensili. Piccole idee o semplicemente spunti che però possono essere migliorati
sperimentati e poi completamente rinnovati laddove l’interlocutore sia una banca regionale effettivamente radicata sul territorio.